Dopo il successo di Giovanna D'Arco al Sacro Monte torna una delle più amate interpreti della scena italiana con un oratorio sacro ma di una sacralità tutta umana, intrisa di carne, di dolore e anche di speranza.
Un coro, in un teatro spoglio e privo di uno spazio scenico definito, evoca Maria, la madre del Cristo. Alle domande prevedibili del coro, risponde questa madre delle madri, questa donna delle donne.
Nel testo testoriano la parola diventa vera drammaturgia "sacra", perché è più grande di chi la dice, risuona come provocazione, chiama l'uomo e ne fa il testimone, il custode del dire secondo il suo destino.