La vita ci chiede continue attenzioni. Noi tutti portiamo in cuore molteplici attese. Tra le une e le altre ci giochiamo la nostra esistenza terrena.
Ma quanto, e cosa, e chi attendiamo veramente? E dove fissiamo con più interesse e impegno la nostra attenzione? Questi non sono affatto atteggiamenti scontati, soprattutto oggi, in un mondo come il nostro dove molti vivono senza tensione alcuna, senza attese alte e senza attenzioni specifiche.
Forse per questo nello stendere il programma per l'estate 2018 si è scelto opportunamente di prediligere (e ricuperare) la bellezza del linguaggio autenticamente poetico, che sa aprirci al trascendente, farci attenti alla vita reale, guidarci in una profonda ricerca interiore.
Sentiremo voci diverse, di autori vissuti tutti in tensione, in attesa, in attenzione, anche se ognuno dal suo particolare punto di vista e con la sua propria esperienza di vita.
Anche la Bibbia si può leggere da questa prospettiva; infatti si conclude proprio così: col desiderio di conoscere il Dio in cui crediamo, che abbiamo visto nell'umiltà della carne, ma speriamo di incontrare nello splendore della gloria.
Tutto ciò è tipico di chi crede. Ma non solo. Succede più o meno così anche ai pellegrini, che cercano qualcosa da ammirare da vicino e toccare con mano, o agli innamorati, che restano incantati dalla bellezza dei primi incontri e ne immaginano altri...
"La persona in attesa e attenzione - ha scritto Davide Rondoni - ha il cuore acceso. Lo arde una curiosità o una nostalgia che rende febbrile lo scrutare segni e situazioni. Anche le parole sono più frementi, più vive, se sono tese a qualcosa, a qualcuno. Questa società, che presume di sapere di che cosa abbiamo bisogno, produce non a caso noia e nevrosi". Cesare Pavese, in una sua celebre poesia, conferma: "Chi non attende più nulla sta come spento e annoiato dinanzi al mare".
Chi verrà a teatro sceglierà, invece, di stare estasiato ed estatico in ascolto di messaggi sublimi, davanti a un panorama che senza dubbio favorirà l'ascolto, la concentrazione, la contemplazione!
Mons. Erminio Villa Arciprete di Santa Maria del Monte