Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio
a cura di Alessandro Cadario
"Per il terzo anno FAI-Villa e Collezione Panza collabora con il festival tra Sacro e Sacro Monte con il desiderio di creare un legame di pensieri e contenuti tra realtà che operano nel mondo della cultura del nostro territorio. Siamo felici che anche quest'anno le Sere FAI d'estate a Villa Panza creino un'offerta culturale coordinata insieme agli appuntamenti del giovedì al Sacro Monte, con la grande prosa, e agli appuntamenti di tra Sacro e Sacro Monte va in città prodotti in collaborazione con Karakorum teatro. La nostra proposta intende aprire a nuovi sguardi sull'arte e sulla nostra collezione con il progetto: "OPERE IN SCENA A VILLA E COLLEZIONE PANZA"
Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio. Tre artisti amici del festival e della collezione Panza, un direttore d'orchestra, un regista e un'attrice: Alessandro Cadario, Andrea Chiodi e Federica Fracassi saranno chiamati a dialogare attraverso lo strumento della musica e della parola con alcune delle opere della collezione creando un personale percorso che mette in relazione lo sguardo di un artista con l'opera di un altro artista. Le opere andranno in scena, prenderanno cioè vita attraverso le suggestioni di chi frequenta i più importanti palcoscenici italiani come gli artisti invitati. Una commistione tra arte e teatro esattamente come accade al Sacromonte." Anna Bernardini, Direttore FAI-Villa e Collezione Panza
In questa occasione sarà inoltre possibile visitare la collezione permanente e la mostra Giorgio Colombo. Fotografie dalla Collezione Panza
di Massimo Recalcati
regia Valter Malosti
introduzione di Massimo Recalcati
con Marco Foschi, Federica Fracassi, Danilo Nigrelli
progetto sonoro e live electronics Gup Alcaro
chitarra elettrica Paolo Spaccamonti
luci Umberto Camponeschi
assistente alla regia Thea Dellavalle
produzione Teatro Franco Parenti / TPE - Teatro Piemonte Europa / ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
"L'unico modo per combattere la morte, è cantare un inno alla vita. L'unico modo per ricominciare, oggi, è farlo con forza"
AMEN, testo rivelazione scritto da Massimo Recalcati durante la pandemia per aiutarci a uscire dal buio e tornare alla luce, ha già coinvolto e sconvolto il pubblico di Spoleto, Napoli, Milano e Pordenone e ora arriva al Sacro Monte con un trio di attori straordinari: Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, pluripremiati e oggi tra i più amati dalla critica e dal pubblico.
Il linguaggio potente del testo incontra lo stile altrettanto forte del regista Valter Malosti, appena nominato direttore di ERT e in evidente stato di grazia artistica. Il progetto sonoro è del visionario Gup Alcaro, già premio Ubu, da quindici anni al fianco di Malosti nelle sue sperimentazioni. Accanto a lui il compositore e chitarrista Paolo Spaccamonti, uno dei più originali musicisti della scena musicale avantrock, noto anche a livello internazionale.
"AMEN è voci, è musiche, ma anche corpo, parto, fatto fisico che arriva addosso, travolge e trascina fuori dagli incubi. AMEN è un grumo che si crea dentro e poi si scioglie, e lascia al suo posto un'energia, una voglia di vivere, e ci libera." Così riassume lo spettacolo Andreè Ruth Shammah, anima del teatro Franco Parenti, che produce questo lavoro.
Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio
a cura di Andrea Chiodi
"Per il terzo anno FAI-Villa e Collezione Panza collabora con il festival tra Sacro e Sacro Monte con il desiderio di creare un legame di pensieri e contenuti tra realtà che operano nel mondo della cultura del nostro territorio. Siamo felici che anche quest'anno le Sere FAI d'estate a Villa Panza creino un'offerta culturale coordinata insieme agli appuntamenti del giovedì al Sacro Monte, con la grande prosa, e agli appuntamenti di tra Sacro e Sacro Monte va in città prodotti in collaborazione con Karakorum teatro. La nostra proposta intende aprire a nuovi sguardi sull'arte e sulla nostra collezione con il progetto: "OPERE IN SCENA A VILLA E COLLEZIONE PANZA"
Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio. Tre artisti amici del festival e della collezione Panza, un direttore d'orchestra, un regista e un'attrice: Alessandro Cadario, Andrea Chiodi e Federica Fracassi saranno chiamati a dialogare attraverso lo strumento della musica e della parola con alcune delle opere della collezione creando un personale percorso che mette in relazione lo sguardo di un artista con l'opera di un altro artista. Le opere andranno in scena, prenderanno cioè vita attraverso le suggestioni di chi frequenta i più importanti palcoscenici italiani come gli artisti invitati. Una commistione tra arte e teatro esattamente come accade al Sacromonte." Anna Bernardini, Direttore FAI-Villa e Collezione Panza
In questa occasione sarà inoltre possibile visitare la collezione permanente e la mostra Giorgio Colombo. Fotografie dalla Collezione Panza
Torna al Sacro Monte ricco dei successi teatrali e televisivi uno degli interpreti tra i più geniali degli ultimi anni Giovanni Scifoni che così descrive per Tra Sacro e Sacro Monte questo suo lavoro:
"Come si fa a parlare di San Francesco D'Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti? Se chiedo a un ateo anticlericale "dimmi un santo che ti piace", lui dirà: Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono stati scritti decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui? Non era l'unico a praticare il pauperismo. In quell'poca era pieno di santi e movimenti eretici che avevano fatto la stessa scelta estrema, che aveva di speciale questo coatto di periferia piccolo borghese mezzo frikkettone che lascia tutto per diventare straccione? Aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Il monologo, orchestrato con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull'enorme potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura pop di Francesco, e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte, dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Santa creatività.
Il vero problema è che Francesco era un attore molto più bravo di me."
Il campanile della Basilica di San Vittore, Varese, racconta la sua storia "a casa" di suo fratello, il campanile del Santuario. Un testo che racconta in prima persona il restauro perchè dare un'anima e una voce ai monumenti ce li rende prossimi, li trasforma in compagni di viaggio, cambia lo sguardo che rivolgiamo loro. Raccontare la "malattia" del campanile permette di parlare del disagio dei "vecchi" di fronte alla necessità di cure di cui spesso non avvertono l'esigenza. Quando gli "acciacchi" sembrano poca cosa è più importante rivendicare il proprio buono stato di salute anche a dispetto dell'evidenza. Accettare la malattia è già un pezzo della cura.
Un ringraziamento alla Curia di Milano, e in particolare Monsignor Panighetti, che ha accettato di buon grado la proposta con estrema fiducia.
Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio
a cura di Andrea Chiodi
"Per il terzo anno FAI-Villa e Collezione Panza collabora con il festival tra Sacro e Sacro Monte con il desiderio di creare un legame di pensieri e contenuti tra realtà che operano nel mondo della cultura del nostro territorio. Siamo felici che anche quest'anno le Sere FAI d'estate a Villa Panza creino un'offerta culturale coordinata insieme agli appuntamenti del giovedì al Sacro Monte, con la grande prosa, e agli appuntamenti di tra Sacro e Sacro Monte va in città prodotti in collaborazione con Karakorum teatro. La nostra proposta intende aprire a nuovi sguardi sull'arte e sulla nostra collezione con il progetto: "OPERE IN SCENA A VILLA E COLLEZIONE PANZA"
Una relazione simbiotica tra architettura, natura e paesaggio. Tre artisti amici del festival e della collezione Panza, un direttore d'orchestra, un regista e un'attrice: Alessandro Cadario, Andrea Chiodi e Federica Fracassi saranno chiamati a dialogare attraverso lo strumento della musica e della parola con alcune delle opere della collezione creando un personale percorso che mette in relazione lo sguardo di un artista con l'opera di un altro artista. Le opere andranno in scena, prenderanno cioè vita attraverso le suggestioni di chi frequenta i più importanti palcoscenici italiani come gli artisti invitati. Una commistione tra arte e teatro esattamente come accade al Sacromonte." Anna Bernardini, Direttore FAI-Villa e Collezione Panza
In questa occasione sarà inoltre possibile visitare la collezione permanente e la mostra Giorgio Colombo. Fotografie dalla Collezione Panza
liberamente tratto da Liber Scivias, il Libro delle Visioni, di Hildegard von Bingen
aiuto regia Elvira Berarducci
Una riscrittura, un reading, un concerto, una danza.
Nata nell'estate del 1098 a Bermersheim vor der Hohe nel cuore del Sacro Romano Impero, posta in un tempo segnato dall'incombere di nubi sempre più buie – scismi, antipapi, imperatori, eresie, crociate - la Sibilla del Reno ha nel suo nome il dono solenne della forza: Hildegard, "colei che protegge combattendo". Mistica, teologa, guaritrice, naturalista, cosmologa, gemmologa, poetessa, drammaturga, musicista. Hildegard scrive il Liber Scivias nel 1141, all'età di 42 anni e sette mesi, raccogliendo in quelle pagine le visioni che la abitano fin dai primi anni della sua infanzia: una nuova Storia del Mondo, per la prima volta scritta da una donna, Antico e Nuovo Testamento, una nuova Apocalisse, 26 Visioni dalla Creazione del Cosmo alla Caduta di Adamo, dalla venuta del Figlio all'enorme Verme Nero su cui balla una folla posseduta, in festa, dal corpo di una Chiesa divenuta Gigantessa al racconto della Fine dei Tempi. Il Liber Scivias è però l'unico in cui la scrittura si spinge oltre la parola per diventare immagine, attraverso le miniature, create sotto la supervisione di Hildegard, che accompagnano l'opera. "Grida, dunque, e scrivi così": queste le parole della "voce che viene dal Cielo" che chiudono la prefazione dello Scivias. Parole che come fiamme scendono dentro il quadrato spoglio di una stanza monacale, avvolgono il volto di Hildegard e la battezzano allo stesso tempo nuovo Mosè e roveto ardente, Parola e Creatura, Fiume e Incendio. "Grida, dunque, e scrivi". Federica Rosellini, una delle più interessanti artiste della nuova generazione, per la prima volta al festival, ci accompagna con la sua voce in questo studio su Hildegarda nato proprio per questa edizione di Tra Sacro e Sacro Monte.
progetto e interpretazione Marco Cacciola
drammaturgia Tindaro Granata
suono Marco Mantovani
produzione Elsinor centro di produzione teatrale
con il sostegno di Armunia centro di residenza artistica Castiglioncello - Festival Inequilibrio
partner tecnico Silentsystem
Dio o la Natura, a seconda di ciò in cui si crede, ci hanno dato una bocca e due orecchie: evidentemente perché ascoltassimo il doppio e parlassimo la metà! Farsi Silenzio, per fare spazio e prendersi tempo. Il progetto nasce da un pellegrinaggio artistico, alla ricerca del sacro in ogni dove. Uscire dai propri luoghi e predisporsi ad accogliere l'inaspettato è un gesto semplice e potente, così come ogni volta che si inizia un viaggio nell'ascolto dell'altro da sé. Lo spettacolo sarà un viaggio alla riscoperta della lentezza, del silenzio attraverso la quotidianità della vita. Gli spettatori verranno dotati di cuffie, in modo da cercare e attivare nuove relazioni tra lo spazio esterno/pubblico e quello interno/privato. In un'epoca in cui l'immagine è così prepotente, il tentativo è lasciare che il suono suggerisca le parole, per scrostarle e riportare alla luce il loro vero significato: c'è bisogno di silenzio.
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
regia Stefano Beghi
con Marco Di Stefano, Susanna Miotto, Alice Pavan, Riccardo Trovato, Fabio Zulli
suono Antonello Ruzzini
un progetto di Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti
produzione Ass. Cult. Karakorum e Associazione Interdisciplinare delle Arti
con il contributo di NEXT - laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo 2021/22
Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia falsa, che sia vera
Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia vinta, che sia persa
E non ti vantare se la tua è stata mondiale
La mia sembra solo un fatto personale
E non ti vantare se c'hai perso un fratello
La guerra è guerra e succederà anche a me
Tre allegri ragazzi morti, Ogni adolescenza (2001)
24 gennaio 2004. Due ragazzi, a Somma Lombardo, cercano di sbarazzarsi dell'auto di una ragazza, appena uccisa e seppellita. Fanno parte delle cosiddette "Bestie di Satana", colpevoli anche di un duplice omicidio rituale e un'induzione al suicidio. Un male gratuito, senza un movente, "banale". Un male che nasce dalla noia della vita di provincia, un male che colpisce i più giovani, quelli che, probabilmente, si sentono lontani dalla speranza di un riscatto sociale e affettivo.
Marco Di Stefano, all'epoca allievo alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi, una mattina apre il giornale e trova la foto del gruppo a tutta pagina.
Marco Di Stefano sono io, e in quella foto, scattata a fine anni '90 davanti al mercato comunale della Fiera di Sinigaglia, a Milano, io riconosco la metà delle facce.
È dal 2004 che voglio scrivere di questa storia. Non della cronaca o della verità giudiziaria, ma delle domande che mi assillano da 17 anni: "Che cosa spinge un adolescente a diventare un assassino o un artista? Che cosa mi ha salvato da una vita di violenza, rabbia, rancore?".
Tra Sacro e Sacro Monte per i cento anni dalla nascita di Pierpaolo Pasolini
di e con Massimo Popolizio
musiche eseguite dal vivo al violoncello da Giovanna Famulari
produzione Compagnia Umberto Orsini
La magistrale interpretazione di Popolizio intreccia il racconto biografico di Pasolini, dal suo arrivo nella città eterna nei primi anni cinquanta fino alla sua tragica morte nel 1975, con i più celebri testi dell'autore.
Attraverso Ragazzi di Vita e Una Vita Violenta abitiamo la realtà post-bellica delle borgate romane e dei ragazzi che le popolano, siamo immersi in uno spaccato di periferia intrisa di povertà assoluta ma anche di geniali ed esilaranti espedienti per tirare a campare tipici dello spirito goliarda e spensierato dei suoi abitanti. Ascoltando poi le poesie e i brani dalle raccolte Religione del mio Tempo e Scritti Corsari rimaniamo sopraffatti perchéé il poeta “profeta”, da immenso intellettuale qual è stato, attraverso la critica al perbenismo e conformismo del suo tempo individua in maniera lucida e spietata le responsabilità del degrado culturale che ancora oggi ci circonda.
In Pasolini però il senso del tragico e quello del comico non si oppongono mai ma si trasformano ed è grazie a questo miracolo e all'aiuto dello struggente violoncello di Giovanna Famulari che possiamo assistere ad una serata veramente irripetibile e al ritorno al Sacro Monte di uno dei maggiori interpreti della scena italiana come Massimo Popolizio.