Tra Sacro e Sacro Monte ogni anno produce o coproduce un nuovo allestimento.
Si tratta di una scelta precisa nell'ambito di un progetto che ha deciso di investire sulla produzione di testi e allestimenti teatrali inediti per creare autentica cultura sul territorio, dare occasione di lavoro
e crescita professionale a giovani maestranze, professionisti dello spettacolo e artisti che grazie alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese creano valore artistico e non solo, lavorando sul territorio.
musiche Daniele D'Angelo
scene Matteo Patrucco
costumi Ilaria Ariemme
disegno luci Marco Grisa
Sei canti in ottave di endecasillabi senza rima e un epilogo. Un poema che ai giorni nostri racconta quanto - nei secoli - tessitori, miniatori, letterati, poeti, musicisti, drammaturghi, storici, registi e attori tentarono di interpretare: la storia della Pulzella d'Orléans.
Maria Luisa Spaziani, musa di Eugenio Montale tanto apprezzata dal premio Nobel e dall'intera critica contemporanea, attraverso la vicenda esemplare di Giovanna d'Arco suggerisce che "forse un angelo parla a tutti, eppure / in quel supremo momento pochi ascoltano".
con Maddalena Crippa
Francesco Colella, Carlotta Viscovo
e con Francesca Mària, Stefania Medri, Raffaella Tagliabue
scene Daniele Spisa
costumi Margherita Baldoni
canti a cura di Emanuele De Checchi
luci Matteo Crespi
in collaborazione con Tieffe Teatro, Proxima Res, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
1976, è estate, a Seveso un guasto alla ciminiera di una fabbrica di profumi causa la fuoriuscita di una grande nube di diossina. La diossina è una sostanza estremamente tossica: ustionante, cancerogena e teratogena. Veniva usata in Vietnam per le bombe al napalm.
Sara è una donna di Seveso, è felicemente sposata ed aspetta un figlio. Quella nube cambia la sua vita. Nessuno, nel 1976, conosceva esattamente quali fossero le conseguenze della diossina per il feto. Dal Vietnam arrivavano solo poche, imprecise, ed allarmanti notizie di gravissime malformazioni genetiche. A Seveso adulti e bambini vengono ricoverati in ospedale con gravi forme di cloracne. Il paese viene fatto evacuare. Sara, non ottenendo risposte dalla scienza, si rivolge alla Beata Vergine pregandola di venirle in soccorso. Sara vorrebbe che Maria scendesse dal cielo per aiutarla. E Maria acconsente, ma le propone uno scambio: "Se il tuo fardello è troppo pesante - le dice - lo prenderò io e tu prenderai il mio". Sara, pensando che si sarebbe assisa tra gli angeli in trono, accetta lo scambio. Ma la sua felicità dura poco e nei panni di Maria si trova sul Golgota davanti a suo figlio in croce. Ancora davanti ad un figlio che lei non è in grado di difendere.
Drammaturgicamente il testo è costruito su varie contaminazioni, contrappuntate in diversi linguaggi: danza, prosa, musica, canto. È teso alla ricerca di una sintesi attraverso precise scansioni stilistiche: teatro liturgico-medioevale, teatro realistico ed espressionista, il tutto assemblato da forti tinte di "pittura" simbolista e metafisica. Dal punto di vista del contenuto ANIMA ERRANTE è il tentativo di trovare il "disegno" di una madre assoluta, di una madre nel tempo e attraverso il tempo.
È il percorso tortuoso e difficile di tutte le donne, di tutte le madri che in questo mondo fatto di violenza e sopraffazione non sono in grado di difendere il loro stesso figlio.
Scene e costumi Ilaria Ariemme
Musiche di Ferdinando Baroffio
Disegno luci Marco Grisa
Una nuova creazione, un grande interprete per affrontare una sfida difficile, per portare in scena colui che fu e che sempre sarà il "traditore".
Qual è la faccia del male? Un blasfemo e scioccante Ecce Homo. Ecco tutto. Ecco l'uomo che si dà in pasto ad altri uomini per rivendicare la sua verità. Per indagare se mai ce ne sia una.
Egli ha bisogno di noi ma forse anche noi, lì in platea, abbiamo bisogno di lui. Di conoscere la verità. Lo vogliamo davvero? Ecce homo. Ora dobbiamo decidere cosa farne, ancora una volta.
Questa la nuova produzione per la stagione 2011 della fondazione Paolo VI, dopo il successo della prima, sulla storia di Domenichino Zamberletti, spettacolo che ha visto impegnato un cast di quasi 20 persone tra bambini ed attori, ecco uno spettacolo incentrato su una figura unica, un grande monologo.
Lo spettacolo mira alla riscoperta di un’interessante figura di bambino del Sacro Monte: Domenico Zamberletti, detto Domenichino, esempio per tanti bambini anche se oggi un po’ dimenticato, protagonista della storia Varesina e in particolare del Sacro Monte.
Si è scelto di raccontarlo così: un bambino come tanti altri, ma capace di vedere al cuore delle cose, di stupirsi e di pregare con la coscienza di un Santo, ma con la semplicità di un bambino. Sei attori e oltre venti bambini con una corale intera: questi i personaggi che faranno rivivere la straordinaria e breve avventura umana del bimbo del Sacro Monte.
Il testo sulla figura di Domenichino Zamberletti, scritto per l’occasione da Angela Dematté, giovane promettente attrice teatrale, ma anche scrittrice drammaturgica, vincitrice dell’ultima edizione del premio Riccione.